giovedì 6 giugno 2013

Thats'all Folks!

Lo scopo che mi sono prefissata scrivendo questo blog era quello di ricreare il contesto sociale, storico e culturale in cui è nata la figura di Ingegnere Gestionale di cui ho trovato l'archetipo nella figura di Thomas Buddenbrok.
Il ruolo dell'ingegnere gestionale, inteso come tecnico dell'organizzazione scientifica e programmata  del lavoro, nasce concettualmente accanto alla figura dell'imprenditore in un contesto in cui la tecnica dell'artigiano (artesiano) lascia il posto a quella del tecnico (técnicos), per citare Jose Ortega Gasset, ossia durante quella che viene universalmente riconosciuta come: Prima Rivoluzione Industriale.
Si dice che essa abbia avuto origine in Inghilterra nei salotti da tè gregoriani. Infatti, prodotti quali il tè, lo zucchero, la porcellana e il cotone venivano considerati dei beni privilegiati da parte della società inglese, ma erano tutti materiali di importazione, il che li rendeva difficilmente accessibili. Per questo motivo, vennero intraprese tutta una serie di innovazioni di grande impatto sociale che permisero all'Inghilterra di emanciparsi da paesi quali la Cina, che detenevano il monopolio di queste materie, e di intraprendere un mercato concorrente.
In questo contesto nasce il prototipo del moderno sistema industriale, che vede una sua prima formulazione nella protoindustria, e che, nel corso del tempo, sposterà sempre più l'attenzione da una cultura prettamente materiale a una interessata all'organizzazione razionale del lavoro (cosa che avverrà in particolar modo durante la Seconda Rivoluzione Industriale).
Le idee che più caratterizzarono quest'ultima fase della rivoluzione industriale furono: la divisione e specializzazione del lavoro, i concetti di diversificazione e differenziazione e il nuovo modo di concepire il tempo.
Spesso si sente dire come con la rivoluzione industriale il mondo sembrasse più piccolo. Ciò è dovuto al fatto che anche il settore dei trasporti subì notevoli cambiamenti che vennero riconosciuti come vera e propria Rivoluzione dei Trasporti.
Oltre all'aspetto più marcatamente storico, infine, è interessante andare ad osservare come il concetto di Ingegnere Gestionale, e in senso più largo di manager, sia entrato nella cultura della società. A questo proposito ho realizzato una rubrica dal titolo se fosse... nella quale ho creato dei collegamenti tra il tema da me scelto e il mondo della pittura, della fumettistica, della musica e non solo.






Protonindustria

Con protoindustria, termine che nasce nella seconda metà del Settecento, si intende una forma di organizzazione del lavoro che anticipa la struttura complessa del futuro sistema industriale.
In essa, i processi industriali iniziano ad essere gestisti da un lavoro corale in quanto il costo elevato della produzione impedisce al singolo artigiano di finanziare e realizzare l'intera attività. 
Un'esempio di protoindustria viene fornito dagli arsenali ossia degli "insediamenti adibiti alla costruzione, alla riparazione, all'immagazzinamento e alla fornitura di armi e munizioni" (http://it.wikipedia.org/wiki/Arsenale 06 Giugno 2013)

Arsenale di Venezia.
E' proprio in questo contesto che nasce la figura dell'imprenditore, ossia colui che investe in sistemi produttivi (macchine e strutture), affiancato dalla figura del tecnico, ossia colui che nella pratica coordina il lavoro. Interessante, inoltre, è notare come nel corso degli anni quest'attività si sia spostata sempre più da una sfera pubblica,  quale era ad esempio il mondo degli arsenali in cui il ruolo di imprenditore era rivestito dallo Stato, a una sfera privata, come avverrà in primo luogo nel mondo del tessile con l'industria del cotone e della seta.




mercoledì 5 giugno 2013

Thomas Buddenbrook: l'archetipo di ingegnere gestionale

Henry Mintzberg, studioso delle scienze gestionali, teorizza le principali funzioni del manager (-ingegnere gestionale) sottolineando come esse coprano tre sfere specifiche:

1.      Ruoli interpersonali
2.      Ruoli informativi
3.      Ruoli decisionali

Henry Mintzberg, accademico canadese.
Sulla base di questa classifica, Thomas Buddenbrook, che vede nella figura di Thomas Johann Heinrich il suo corrispondente realmente esistito, divenuto titolare della ditta di famiglia alla morte del padre, può essere assimilato all’antenato dell’ingegnere gestionale. Infatti, Thomas Mann dissemina nel romanzo descrizioni che sembrano ripercorrere passo dopo passo le teorie di Mintzberg. Vediamo come (tutte le citazioni sono tratte da I Buddenbrook, di Thomas Mann).

Ruoli interpersonali di:

•  figura rappresentativa dell'azienda o unità organizzativa con compiti simbolici e cerimoniali:

“amava impegnare la propria persona nella lotta quotidiana per il successo ”.

“sapeva di dovere parecchi buoni affari al suo aspetto elegante e sicuro, alla sua cortesia suadente, alla sua conversazione abile e spigliata”.

• leader dell'azienda o unità organizzativa, guidando e motivando i subordinati, talvolta anche reclutandoli e formandoli:
Ciò si vede chiaramente nel momento in cui Thomas istruisce il fratello Christian, appena diventato suo collaboratore, circa gli affari della ditta di famiglia.

“ti farai rispettare più mettendoti alla pari con loro e compiendo scrupolosamente il tuo dovere, che facendo uso dei tuoi privilegi e abusando della tua libertà. Dunque osservare l’orario d’ufficio e salvare sempre le apparenze”.

“un commerciante non deve essere un burocrate”.

Lezione che lo suitiers Christian, continuamente pervaso da una sensibilità incontrollabile, non imparerà mai. Come narra Thomas Mann, infatti, egli arriverà addirittura a disprezzare il mestiere mercantile che rese celebre e illustre la sua famiglia identificando i commercianti come truffatori incollerendo Thomas il quale replicò allontanandolo dalla ditta.

•  collegamento, creando e mantenendo una rete di relazioni anche al di fuori della linea gerarchica: basti pensare agli innumerevoli matrimoni d'interesse che si sono svolti all'interno della famiglia
Buddenbrook, il cui emblema è incarnato dalla figura di Tony Buddenbrook. 

Ruoli informativi di:

•  collettore di informazioni rilevanti, che cerca e raccoglie all'interno e all'esterno dell'azienda;
•  diffusore di informazioni, che trasferisce ai subordinati all'interno dell'azienda o unità organizzativa;
•  portavoce dell'azienda o unità organizzativa, fornendo informazioni all'esterno.

Ruoli decisionali di:

• "imprenditore", individuando le opportunità di miglioramento e promuovendo i conseguenti   cambiamenti;
•  gestore di problemi, responsabile delle azioni correttive per fronteggiarli;
•  allocatore di risorse, che assegna alle varie attività all'interno dell'azienda o unità organizzativa;
• negoziatore, partecipando per l'azienda o unità organizzativa a negoziazioni con altre unità organizzative o soggetti esterni. 

“gli affari che più gli piacevano eran quelli che concludeva occasionalmente quando, per esempio, (…) entrava in un mulino, chiacchierava col proprietario (…) e stringeva con lui un buon contratto…”

(molte delle informazioni da me utilizzate per scrivere questo post si possono trovare a questo link: http://it.wikipedia.org/wiki/Direzione_aziendale)


Servizio postale

"Dopo il '48 e al principio di questo decennio, che cosa non ha fatto mio padre per la riforma del servizio postale! Si ricorda, Wenzel, quando propose il consiglio di collegare le diligenze di Amburgo con la posta? E nel '50 quando con le sue continue insistenze spinse il Senato, che allora era scandalosamente lento, ad aderire all'Unione Postale austro-tedesca? Se adesso per le lettere c'è una tariffa abbastanza bassa, e se abbiamo le spedizioni sotto fascia, i francobolli, le cassette postali e le comunicazioni telegrafiche con Berlino e con Travemunde, lui non è l'ultimo a cui si deve tutto ciò; (...)"

I Buddenbrook, Thomas Mann.


Un'altra necessità che si sviluppò accanto al miglioramento dei trasporti fu l'intensificazione della rete di comunicazioni tra i vari stati. A questo scopo avvenne una vera e propria rivoluzione del servizio postale il quale venne intensificato e reso più efficiente.

Per approfondimenti inerenti alla storia del servizio postale vi consiglio di visitare il seguente blog:








La locomotiva a vapore

"La nostra politica ferroviaria mi interessa, è una tradizione di famiglia perché già mio padre nel '51 era nella direzione della Ferrovia di Buchen (...)"

I Buddenbrook, Thomas Mann.


Sin dagli esordi della rivoluzione industriale si manifestò la necessità di trasportare i beni prodotti e i lavoratori nei luoghi dei mercati con maggiore efficienza. Di conseguenza, si sviluppò l'idea di ideare delle macchine adibite al trasporto di merci e persone che andassero a sostituire la forza animale.
Ciò che permise questa rivoluzione nell'ambito dei trasporti fu l'invenzione della macchina a vapore.
Nel 1698 Thomas Savery (1655-1715) realizzò un primo prototipo di macchina a vapore impiegata nelle miniere al fine di drenare via l'acqua e rendere più facile l'estrazione, ma sarà Thomas Newcomen (1664-1729) nel 1702 a renderla di uso pratico.


Essa verrà ulteriormente perfezionata da Matthew Boulton (1728-1809) e James Watt (1736-1819) ed è grazie ai loro accorgimenti, che le permisero di porre in rotazione una puleggia e quindi non più solo di azionare una pompa a stantuffo, che la macchina a vapore fece la sua prima comparsa nel mondo dell'industria. In particolar modo venne impiegata per la prima volta nelle officine di John Wilkinson (1728-1808)



Richard Trevithick (1771-1833), un ingegnere inglese, decise di applicare i principi della macchina a vapore all'industria dei trasporti ed è così che ideò il primo modello di locomotiva a vapore, soprannominata puffing devil (diavolo sbuffante) che fu in grado di correre su rotaie nel 1804.
Subito si intuì l'importanza che quest'invenzione avrebbe avuto nel campo dei trasporti al punto che  già nel 1829 la Società per la Strada Ferrata da Liverpool a Manchester organizzò una gara d'appalto mondiale per la ferrovia che avrebbe collegato le due città. A vincere furono George (1781-1848) e Robert Stephenson (1803-1859) con la Rocket.


La loro intuizione fu quella di inclinare i cilindri a 45° e di aumentare il rendimento delle caldaie sfruttando le nuove tecnologie allora sviluppate. Così facendo la loro invenzione si valse il nome di prima locomotiva a vapore della storia realmente funzionante.


File:Steam locomotive rocket.png
















sabato 1 giugno 2013

Cinema d'industria



Puntata di Superquark dedicata all'Archivio Nazionale del Cinema d'Impresa
(Centro Sperimentale di Cinematografia) di Ivrea.