La rivoluzione industriale è stata un fenomeno culturale, sociale e tecnologico non discontinuo nella storia, come affermò David S. Landes (Vittorio Marchis, Storia delle macchine Tre millenni di cultura tecnologica, Editori Laterza, cap. 3, pag. 139), sebbene si possa ufficialmente collocare un suo inizio sin dai primi del Settecento.
Charlie Chaplin |
Questo concorso di conoscenze diede l'input a numerosissime invenzioni e innovazioni nell'ambito dell'impiego dei materiali e dei mezzi di comunicazione a tal punto che si parlò parallelamente, oltre che di rivoluzione industriale di rivoluzione del ferro e dei trasporti.
Inoltre, si inizia ad abbandonare sempre più la "filosofia del pressapoco" per coltivare il paradigma della precisione. Di conseguenza, il progresso tecnologico viene indirizzato al miglioramento delle macchine al fine di renderle più robuste e precise al punto tale da relegare il ruolo dell'uomo a loro "protesi".
Rocket di George e Robert Stephenson (1829) |
Iron bridge di John Wilkinson (1779) |
Analizzando il fenomeno da un secondo punto di vista, si può affermare come la rivoluzione industriale abbia avuto origine in Inghilterra nei salotti da tè gregoriani.
Nel 1657 il tè fa la sua prima comparsa in Inghilterra inseme allo zucchero, alla porcellana e al cotone, tutti materiali di importazione. Il largo consumo da parte della società inglese di questi beni spinse a una serie di innovazioni tecnologiche che le permisero di emanciparsi da paesi quali la Cina, che detenevano il monopolio di queste materie, e di intraprendere un mercato concorrente.
Questo contesto favorì la nascita del sistema industriale che nel corso del suo sviluppo andrà sempre più a spostare la propria attenzione da una cultura prettamente materiale a una attenta all'organizzazione razionale del lavoro (Vittorio Marchis, Storia delle macchine Tre millenni di cultura tecnologica, Editori Laterza, cap. 3, pag. 140).
Nel 1657 il tè fa la sua prima comparsa in Inghilterra inseme allo zucchero, alla porcellana e al cotone, tutti materiali di importazione. Il largo consumo da parte della società inglese di questi beni spinse a una serie di innovazioni tecnologiche che le permisero di emanciparsi da paesi quali la Cina, che detenevano il monopolio di queste materie, e di intraprendere un mercato concorrente.
Questo contesto favorì la nascita del sistema industriale che nel corso del suo sviluppo andrà sempre più a spostare la propria attenzione da una cultura prettamente materiale a una attenta all'organizzazione razionale del lavoro (Vittorio Marchis, Storia delle macchine Tre millenni di cultura tecnologica, Editori Laterza, cap. 3, pag. 140).
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